Luc MICHEL / Solidarité Algérie / 2013 04 30 /
Versione italiana: OSSIN
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In Algeria le reti di destabilizzazione sono operative dalla fine del 2010, si sono già fatti la mano in gennaio, poi in agosto-settembre 2011. La crisi libica, l’assalto contro
OPTOR/CANVAS, ANCORA E SEMPRE…
Queste reti di destabilizzazione non devono essere confuse con quelle jihadiste incaricate, dal canto loro, di trasformare poi l’insurrezione in guerra civile. Dietro queste reti si ritrovano gli attivisti arabi formati a Belgrado e negli USA da OTPOR e da CANVAS (2), la sua scuola di sovversione. OTPOR, direttamente finanziata e sostenuta dalla CIA e dalle associazioni facenti capo a Soros, ha dirette responsabilità nello scoppio delle sedicenti “rivoluzioni arabe”, attraverso la scorciatoia di colpi di stato striscianti che sono opera dei mercenari USA e della NATO. Si tratta puramente e semplicemente di questo, come non ci siamo stancati di dire fin dal primo colpo di stato, accuratamente orchestrato e preparato dai servizi speciali della NATO. Con l’aiuto di mercenari occidentali, i professionisti della destabilizzazione made in NATO, “OPTOR & C.”…
Srdja Popovic, che ora dirige il Center for Applied Nonviolent Action and Strategies (CANVAS) con sede a Belgrado (Serbia), lo ha confermato nel marzo
Verso una nuova aggressione dell’Algeria: “blogger addestrati dalla CIA in Tunisia”
Rieccoli dunque questi mercenari dell’agitazione politica che si interessano di nuovo dell’Algeria. Leader del Partito dei lavoratori algerini (sinistra laica), Louisa Hanoune ha rivelato domenica scorsa, durante un comizio ad Annaba in occasione della Giornata internazionale della donna, che “una società statunitense privata recluta più di 200 giovani algerini residenti in Tunisia per servirsene nel prossimo episodio della primavera araba previsto tra poco in Algeria”. Il numero di blogger algerini coinvolti in questo programma è di 200, impegnati ad “individuare le restrizioni delle libertà in Algeria e a definire i bisogni sociali della popolazione “. Alcuni hanno la missione di “documentare gli avvenimenti del decennio nero in Algeria e gli abusi di potere durante gli anni
Hanoune ha poi “confermato la presenza di altre organizzazioni non governative appartenenti ai servizi di informazione statunitensi che lavorano per la destabilizzazione dell’Algeria, approfittando delle condizioni socio-economiche difficili delle regioni del sud dell’Algeria dove si assiste ad un proliferare di slogan stranieri che chiedono la secessione”.
Secondo il quotidiano algerino Al-Fajr, “sembra che il Movimento per
SCENARIO DI TIPO LIBICO IN ALGERIA
Un programma che mira a destabilizzare l’Algeria, supervisionato dietro le quinte dal ministro tunisino per i diritti dell’uomo ed esponente del Movimento per
Uno scenario che ricorda
Anche
Conviene leggere le pagine rivelatrici di Bernard-Henry Levy su Seif nel suo ultimo libro di auto-propaganda personale “La guerra senza amarla”, dove pone una domanda scioccante: “Come ha potuto lui che era dei nostri (l’espressione è sua) correre in difesa del padre?”…
Il regime libico è stato destabilizzato ed attaccato dall’interno, fin dal 2003. Prima che bombe, eserciti e mercenari della NATO e degli USA venissero a concludere il lavoro. Io ho vissuto dall’interno questa conquista della Libia, al fianco dei nostri compagni socialisti del MCR. Noi abbiamo visto come le illusioni di Tripoli sulla coesistenza pacifica e l’economia globalizzata, ma anche sul dialogo con “gli islamisti moderati”, hanno permesso ai liberali libici di trasformarsi in cavallo di Troia e preparare l’aggressione esterna. Tutti questi liberali, ad eccezione del figlio di Gheddafi che ha poi scelto la fedeltà verso suo padre e la sua patria, si sono poi ritrovati nella giunta di Bengasi, e poi oggi nella istituzioni fantoccio della Libia ri-colonizzata.
ANCORA E SEMPRE I FRATELLI MUSSULMANI
Il quotidiano Al-Fajr svela che “si è tenuto un corso di formazione alla disobbedienza civile, patrocinato dal Movimento per
Washington non ha – beninteso – mai rinunciato a imporre la sua sedicente “primavera araba” in Algeria. E, come dovunque altrove, la punta di lancia della sua politica imperialista sono i suoi vecchi protetti – dal 1947 … prima i Fratelli Mussulmani erano aiutati dai Nazisti del II Reich – i Fratelli Mussulmani!
Noi abbiamo analizzato anche approfonditamente analizzato il ruolo degli islamisti algerini, salafisti e Fratelli mussulmani, nell’assalto contro l’Algeria organizzato da USA e NATO. Rinviamo il lettore a queste analisi (8)
L’UTILIZZAZIONE DEL SECESSIONISMO CABILE PER DESTABILIZZARE L’ALGERIA
Per realizzare uno scenario di tipo libico, occorre anche una “Bengasi algerina”. E’ esattamente il ruolo assegnato alla riattivazione del secessionismo Cabile, argomento tabù in Algeria dove si preferisce parlare dei “problemi del sud”. La segretaria generale del Partito dei Lavoratori (PT), Louisa Hannoune, mette così “in guardia contro una eventuale sollevazione del sud algerino se le autorità non agiranno il più in fretta possibile per contenere la situazione e dare risposte alle rivendicazioni dei giovani di questa regione.
Sempre in occasione del comizio ad Annaba, la segretaria generale del PT ha “rivelato l’esistenza di alcuni rapporti redatti da organizzazioni occidentali, relativi al rispetto dei diritti umani, che hanno ad oggetto la debole crescita registrata nella regione Cabila e nel sud del paese, meravigliandosi del fatto che questo fatto avrebbe un vero legame con le velleità separatiste di Ferhat M’henni” (9).
Echorouk online scrive che Louisa Hanoune ha anche lasciato intendere che “alcune ONG finanziate dai servizi segreti USA mirano a destabilizzare il paese, approfittando delle situazioni difficili che esistono nelle regioni del sud, in cui si sono recentemente levate delle voci separatiste. Nonostante abbia sottolineato l’attitudine eroica e lo spirito nazionalista constatato tra la popolazione del sud che è fortemente attaccata all’integrità nazionale, ella ha rilevato, per contro, l’esistenza di importanti anomalie che occorre affrontare, invitando a risolvere i problemi sociali della popolazione del sud”.
Hanoune ha concluso, assai giustamente, sul “pericolo che minaccia il paese se Bouteflika non affronterà con urgenza queste questioni onde evitare al paese i tormenti della guerra in Mali ed un eventuale intervento straniero nel paese che alcuni Stati e organizzazioni preparano”.
Il 2013 sarà veramente l’anno di tutti i pericoli per Algeri. Una Algeria isolata con dei governi islamisti in Tunisia, Libia ed Egitto, col tradizionale nemico marocchino dove pure gli islamisti sono al governo, infine con un Sahel dove NATO e AFRICOM sono sempre presentissimi, grazie all’intervento nel Mali.
Luc MICHEL
http://www.lucmichel.net/2013/07/11/luc-michel-verso-un-nuovo-colpo-di-mano-occidentale-in-algeria/
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(1) Rachid Gannouchi è il capo del partito islamista di maggioranza Ennahda. Moncef Marzouki è il presidente della Tunisia
(2) Su OPTOR e Canvas, vedi: http://www.ossin.org/analisi-e-interventi/canvas-otpor-google-dipartimento-stato-usa.html
(3) Documenti e foto sulla rete OTPOR-CANVAS : http://www.facebook.com/pages/SOLIDARITE-ALGERIE-SOLIDARITY-ALGERIA/132174676879663#!/media/set/?set=a.108354945911450.16812.100002108352182
(4) Sul colpo di stato strisciante del settembre 2011, cfr :
(5) Il partito islamista che ha ottenuto la maggioranza relativa alle elezioni legislative
(7) Saif al-Islam Mu'ammar Gheddafi è il secondogenito dell'ex premier libico Muammar Gheddafi, e unico maschio sopravvissuto della famiglia agli attacchi NATO e islamisti. Il 19 novembre 2011 viene annunciato il suo arresto presso il confine tra
(9) Cantante e leader del MAK, movimento per l’autonomia della Cabila, regione algerina di popolazione berbera